Albero di Natale: tra storia e leggenda

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Albero di Natale: tra storia e leggenda

25/05/2023 11:59

Il Natale è caratterizzato da una dolce e fatata atmosfera e protagonista del mese di dicembre è, senza dubbio, l'Albero di Natale. Ma quali sono le sue origini, perché la tradizione ha scelto un abete e soprattutto a quando risale la vocazione per la sua decorazione, tramandata nel tempo? Le origini si perdono in un passato molto lontano, tra mito, storia e leggenda… 

Scopriamo di più insieme. 

 

 

 

Alberi di Natale appena tagliati che profumano di stelle, neve e resina di pino: 

inspira profondamente e riempi la tua anima di notte invernale.


John J. Geddes

 

 

Albero di Natale: quali origini? 

 

La tradizione di venerare e addobbare un albero nel periodo invernale ha radici antiche, molto. Oggi siamo abituati a dedicargli il posto più importante della nostra casa, addobbarlo con luci, festoni, ghirlande, palline, cristalli. Giorno dedicato a questa pratica è solitamente l'8 dicembre, coincidente con la festa cristiana dell'Immacolata Concezione. E poi, la sera della Vigilia di Natale o la mattina del 25 dicembre è attorno al magico abete che ci si riunisce per lo scambio e lo scarto dei doni, posti ai suoi piedi. 
Per scoprire, però, le origini di questa usanza bisogna risalire all'epoca pagana e fino alla cultura del popolo dei Celti. I Druidi, sacerdoti celtici, l'abete, in particolare, era considerato simbolo di lunga vita, poiché era sempreverde, anche durante i lunghi e freddi inverni. Con l'avvicinarsi della stagione invernale, perciò, gli abeti venivano tagliati e decorati, con fiaccole, campane, manufatti votivi e preziosi tessuti, al fine di intercedere e propiziarsi il favore degli spiriti. 

 

L'abete simbolo positivo di lunga vita

 

Oltre ai Celti, anche i Vichinghi, feroci dominatori dei mari del nord, erano persuasi dall'idea che le piante sempreverdi fossero care al loro Dio del Sole, Baldur, il più saggio degli Asi, tanto da risplendere di luce propria. Inoltre, nelle antiche culture pagane, in special modo quelle del Nord, il solstizio d'inverno, celebrava l'inizio dei giorni più luminosi, nei quali la Natura acquisiva già nuova forza in vista dei mesi più caldi; per tale ragione, gli alberi sempreverdi come l'abete erano venerati per la loro capacità di affrontare indenni le quattro stagioni. I Vichinghi, inoltre, avevano un vero culto per l'abete rosso, albero dai poteri magici e, difatti, questi venivano tagliati e decorati con frutti, a celebrare e ben augurare futura fertilità

 

 

 

 

Albero di Natale: l'avvento del Cristianesimo

 

Il Cristianesimo vide, poi, affermarsi la tradizione dell'uso dell'Albero natalizio a partire dal significato attribuito dalla Genesi all'albero. Nella notte della nascita di Gesù, Natale, l'albero che era posto al centro del Giardino dell'Eden divenne anche il simbolo attorno al quale l'umanità potè ritrovare il perdono e tale tradizione continua da millenni. Ancora oggi le culture di religione cattolica rimandano a questa usanza anche se l'abete natalizio è ormai un simbolo globale e che appartiene a tutte le popolazioni nel mondo. 

 

Dove è nato il primo vero Albero di Natale?

 

Molte sono le leggende e molti i miti che accompagnano l'albero natalizio; Dalla leggenda che narra quanto Martin Lutero affidasse ai pini il ruolo di rappresentazione della bontà di Dio, al mito del XV secolo che ricorda di quando San Bonifacio, nell’VIII secolo, sventò un sacrificio umano pagano sotto una quercia, abbattendo quell’albero. Al posto della quercia crebbe un abete, i cui rami protesi rappresentavano la verità eterna di Cristo. Storie e narrazioni che hanno favorito la diffusione della tradizione dell'albero natalizio. 

Tuttavia, la vera origine meglio nota a noi, va ricercata nel Medioevo: alcuni documenti raccontano di come a Friburgo, nel 1419, una corporazione eresse un albero, decorato con mele, cialde e pan di zenzero. Dalle Fiandre giungono testimonianze di alberi decorati con filo di lana, paglia, mele, noci e salatini. Altri documenti rimandano al 1441, quando pare che la prima città ad ospitare un vero Albero di Natale sia stata Tallin, in Estonia; qui, nella Piazza del Municipio fu eretto un grande abete attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Usanza che fu successivamente ripresa in Germania e nel 1570 a Brema fu decorato un grande albero, ma anche Riga, in Lettonia rivendica un evento simile, del 1510
 

"Per fare un albero di Natale ci vogliono tre cose: gli ornamenti, l’albero e la fede nel futuro."
 

Proverbio armeno

 

 

 

 

Alberi di Natale e Mercatini

 

Agli Alberi di Natale e al periodo delle decorazioni, sono legati, sin dal XV secolo, i famosi mercatini di abeti. La Storia ci racconta che il più antico di questi mercati sia nato in Alsazia, a Strasburgo. Qui, gli alberi disadorni erano venduti con un termine particolare: “Weihnachtsbaum”, termine tedesco che indicava già l'Albero di Natale. Le cronache dell'epoca, poi, indicano che proprio nella città alsaziana, la domanda di tali alberi era talmente elevata da indurre a dar vita ad apposite leggi per limitare il taglio di rami o piante di abeti. Nel 1530, una ordinanza concedeva, ad ogni famiglia in tutta la regione dell'Alsazia, di possedere un solo abete natalizio. 

 

 

 

 

Albero di Natale: un tripudio di luci

 

Comunemente è considerato il padre dell'albero natalizio moderno, come lo conosciamo ed orna le nostre abitazioni, lo statunitenze Edward H. Johnson. Socio di Thomas Edison, Johnson utilizzò per la prima volta le luci elettriche per addobbare l'Albero di Natale della propria casa, nel 1885. Solo dieci anni dopo, nel 1895, la Casa Bianca, a Washington, diede avvio alla propria tradizione del grande albero illuminato da luci elettriche. Una tecnologia, questa, che riprendeva le antiche, e pericolose, fiaccole utilizzate e che rimandavano ai riti legati alla luce e agli auspici del solstizio, così come rimandavano alle stelle della volta celeste

 

 

Il Natale, finalmente giunto, si prospetta come un tempo di grandi speranze ma anche di necessarie e nuove grandi bellezze… 

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